Confettura di àmoli neri... storia di AlbeRoberto!
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AlbeRoberto |
Questo nostro piccolo albero di "Prunus cerasifera Pissardii nigra" (arbusto molto comune anche nell'arredo urbano per la sua resistenza e decoratività) ha una storia un po' tormentata: quando arrivammo qui cresceva a stento all'ombra, addossato al muro di cinta, letteralmente appiattito per la mancanza di spazio per radici e rami, stretto nell'angolo di una piccola aiuola del giardino già occupata prepotentemente da un melograno, una rosa e un grosso cespuglio di ortensie. Mi commosse tuttavia il suo tenace tentativo di fruttificare, offrendoci nonostante tutto una... decina delle sue prugne-ciliegie.
Decisi allora di regalargli un po' più di spazio, rischiando un po' (sia io che lui!). Levai a fatica le pietre di delimitazione dell'aiuola (fratturandomi nell'occasione la falangetta di un dito della mano destra!) e sradicai letteralmente l'alberello dopo aver scavato per lui una nuova buca sufficientemente ampia sull'altro lato del giardinetto, in un'area un po' più libera e soleggiata.
AlbeRoberto - così lo battezzarono i bambini - una volta ricollocato sembrò gradire premura e sacrificio (del mio povero dito!) e dall'anno successivo, pur restando minuscolo, gracilino e dal portamento incerto, quasi bidimensionale, ad ogni inizio giugno ci regala oltre un chilo di frutti dopo avere rallegrato noi e le api, a marzo, con una moltitudine di fiorellini bianco-rosati.
- 850 g di àmoli neri (peso netto della frutta già denocciolata)
- 595 g di zucchero
La parte più noiosa è senz'altro la denocciolatura dei frutti: armiamoci di pazienza, aprendoli a metà dopo averli ben lavati e asciugati. Dopodiché, come per ogni confettura, procediamo alla bollitura con lo zucchero, facendo attenzione a non far caramellare quest'ultimo e mescolando e deschiumando periodicamente. Per questa piccola quantità di frutta è stato sufficiente bollire per una mezz'ora.
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